Galleria Naturale Piale

___________________________________________________________________________________

L’impegno del Comitato Borgo di Piale sulle criticità nascenti dalla costruzione della Galleria Naturale Piale, nell’ambito dei lavori di ammodernamento della A3 Sa-Rc VI°Macrolotto, è costante e soprattutto risalente nel tempo. Questa è attualmente la sfida più impegnativa che il quartiere deve affrontare, alla luce degli innumerevoli disagi che questa opera sta procurando. Disagi di non secondaria rilevanza dal momento che i lavori di scavo hanno fatto emergere, nel corso dei mesi passati, una vera e propria questione sicurezza per l’abitato.

Le vicende dei lavori della Galleria Naturale Piale possono essere suddivise in 4 fasi: la fase iniziale dei lavori, durante la quale il Comitato ha cominciato ad attivarsi per segnalare alle amministrazioni competenti i rischi per l’abitato e le opportune misure da prendere; una seconda fase, durante la quale sono iniziati i primi tavoli tecnici di confronto sulle vicende nel quartiere; una terza fase, cominciata l’estate del 2010 con l’aggravarsi dei segnali di dissesto del patrimonio pubblico e privato; infine un ultima fase, in cui sono diventati sempre più frequenti gli incontri del tavolo tecnico, hanno avuto inizio le attività del pool di esperti e sono state presentate in forma progettuale le proposte del Comitato.

INIZIO LAVORI. Le operazioni propedeutiche alla realizzazione della Galleria sotto l’abitato sono cominciate nel 2007, preannunciate dalle dichiarazioni di pubblica utilità sui massimi quotidiani nazionali e locali. Il Comitato ha quindi subito cominciato un’opera di studio sulle questioni-chiave per il paese, alla luce delle prime informazioni che si riuscivano a carpire. Abbiamo pertanto cominciato un’azione di prevenzione per garantire la sicurezza nel quartiere.

Nell’assemblea cittadina del giugno 2007 abbiamo presentato puna prima bozza di lavoro da porre all’attenzione degli enti, e successivamente abbiamo indetto dopo pochissimo tempo un’ulteriore assemblea, il 29 agosto 2007, perchè il paese potesse confrontarsi con l’Amministrazione dell’epoca.

Prima relazione sul problema Galleria

Assemblea cittadina sul problema Galleria – agosto 2007

Le due assembleee cittadine avvenivano nel totale silenzio e disinteresse della Città su un problema così rilevante per il Comune di Villa san Giovanni, ma che purtroppo per l’abitato andava a interessare solamente la nostra frazione; ciò nonostante portarono l’amministrazione dell’epoca a farsi carico delle nostre richieste, in primis che non venissero realizzate le piste 11 e 10bis che avrebbero comportato il transito dei mezzi di cantiere all’interno dell’abitato. Si chiese altresì il recupero dell’area esproprianda di via Fontana Vecchia, mediante cessione da parte di Anas, con conseguente utilizzo della stessa come spazio attrezzato a vantaggio del Borgo. Nel corso di quelle occasioni manifestammo anche tutte le nostre perplessità circa la sicurezza dei cittadini e delle abitazioni durante il corso dei lavori. Le proposte del Comitato furono consegnate brevi manu dal Sindaco Cassone all’ad Anas Ciucci, come documento ufficiale dell’Amministrazione Comunale.

Richieste novembre 2007

La prima fase si chiuse con un primo fondamentale successo per la salute e l’incolumità di tutti i cittadini: le piste 11 e 10bis non venivano realizzate ed i mezzi di cantiere sarebbero transitati dalla corsia autostradale chiusa al traffico: i cittadini evitavano così di subire la violenza del transito di mezzi pesanti e delle pericolose polveri conseguenti.

TAVOLI TECNICI E PRIMI PROBLEMI. La seconda fase ebbe avvio con la nuova amministrazione, che propiziò i primi incontri del tavolo tecnico tra tutte le parti in causa, tra cui anche il Comitato, che portava al tavolo i propri rappresentanti. Restavano all’epoca vive tutte le nostre preoccupazioni sull’effettiva portata dei lavori, aggravate anche dall’inizio delle fasi di scavo; nel totale disinteresse della città su queste tematiche chiedemmo pertanto un incontro all’amministrazione. Incontro che spinse l’amministrazione Melito, su imput dell’Assessore Arch. Ciccone, ad intervenire, tanto che le nostre istanze vennero recepite dal Consiglio Comunale della Città di Villa San Giovanni, che il 30 giugno 2008 deliberava l’accoglimento in toto delle nostre richieste, impegnando l’amministrazione a portarle avanti nelle sedi preposte. Nonostante ciò, due fatti inconfutabili chiusero la seconda fase della vicenda: la caduta dell’amministrazione Melito e il fermo dei lavori durato circa un anno per problematiche organizzative tra Anas e Contraente Generale comportarono infatti un periodo di fermo totale delle attività, incluse quelle di confronto. Il Comitato, rimasto senza interlocutori, chiese un incontro ufficiale al Commissario Prefettizio, invitandolo al tempo stesso ad un assemblea cittadina; lo stesso, non considerandosi un organo politico, declinò l’invito.

Richiesta incontro giugno 2009

RIPRENDONO I LAVORI. La terza fase della vicenda ha avuto inizio con la nuova amministrazione guidata dal Sindaco Dott. Rocco LaValle, con la quale cominciammo subito un percorso di collaborazione sulle grandi tematiche del Borgo, seguendo il metodo del confronto pubblico in assemblea cittadina, che avevamo cominciato con le precedenti. Contemporaneamente, l’inizio dei lavori di scavo fu per noi e per tutto il quartiere un momento difficile e traumatico, dal momento che ebbe inizio la fase critica di scavo della Galleria, con il primo allarmante campanello d’allarme: nel mese di agosto 2010 si aprì infatti un fornello sul crinale della rupe che metteva a nudo lo scavo della Galleria Nord; il Comitato richiese pertanto un sopralluogo immediato tra le parti interessate che veniva effettuato alla presenza dei responsabili dell’Alta sorveglianza, dell’amministrazione e di molti cittadini. In seguito a questo sopralluogo e ad una nostra richiesta di incontro, presero avvio una serie di incontri nel Palazzo Municipale che portarono il 7 dicembre 2010 alla convocazione di una riunione ufficiale tra le parti.

Assemblea cittadina luglio 2010

Richiesta incontro ottobre 2010

Nel corso di quella riunione ufficiale il Comitato segnalò ad Anas e Contraente Generale il disturbo creato dalle operazioni nelle ore notturne, chiese altresì spiegazioni sulle forti vibrazioni avvertite nell’abitato. In particolare in quella sede segnalammo alle controparti come fossero necessarie garanzie per il quartiere, come fosse necessario arrivare alla creazione di un tavolo tecnico permanente, che monitorasse la questione sicurezza dell’abitato. Inoltre chiedemmo che fosse resa ad un quartiere che stava già subendo troppi danni l’area espropriata. A quella riunione prenatalizia non vi fu un seguito immediato e, fatto ancor più grave, i due enti interessati non diedero risposte nel merito delle questioni. Questo ci spinse a presentare una ulteriore richiesta di incontro all’Amministrazione Comunale, la quale accolse integralmente le nostre richieste. Va detto infatti che durante tutta la fase di avanzamento dei lavori di scavo dell’ultimo anno e mezzo, il Sindaco Dott.LaValle è sempre stato una presenza di garanzia del lavoro del Comitato e dell’abitato intero. Tanto che ogni azione fin qui profusa è un’azione sinergica tra Comitato e Amministrazione Comunale, un percorso comune che sta portando risultati e che ha garantito l’incolumità delle persone fino a questa fase. Gli incontri tra Comitato e amministrazione producevano un primo risultato, vale a dire la convocazione di un tavolo tecnico urgente il 15 febbraio 2011, durante la quale i rappresentanti del Contraente Generale, incalzati dal Comitato e dal Sindaco, annunciavano lo svolgimento di sopralluoghi congiunti all’interno dei fabbricati e nelle vie del quartiere. Il sopralluogo avvenne il 24 febbraio 2011: nella relazione seguente i tecnici incaricati segnalarono lesioni di quasi tutti gli edifici; dissesto alle strutture portanti di tre abitazioni, tali da renderle inagibili; lesioni sui muri di contenimento dei giardini posti ad est della rupe con smottamenti di terreno. I tecnici non si limitarono all’analisi, ma suggerirono anche la “cura”, con interventi a breve e lungo termine: nell’immediato lo sgombero delle abitazioni di fatto inagibili, l’approfondimento del monitoraggio degli edifici e la predisposizione di un piano d’evacuazione. A lungo termine invece “opere di stabilizzazione del pendio posto sul lato est della rupe interessato nel mese di agosto dal fornello verificatosi in canna nord”.

Richiesta incontro febbraio 2011

A fronte di questi efficaci monitoraggi, nondimeno le condizioni di sicurezza diventarono sempre più incerte con un fornello in terreno privato dei primi giorni di marzo, di circa tre metri, che portava le parti ad un nuovo incontro richiesto dal Comitato, unitamente al Sindaco Dott. LaValle: nella riunione tenutasi il 16 marzo al Comune di Villa San Giovanni il livello di allarme era massimo. Siamo arrivati alla riunione convinti che a questo punto il problema della sicurezza non fosse più rimandabile e determinati a fornire una proposta progettuale che fosse messa agli atti: abbiamo richiesto infatti che fosse messa in sicurezza la rupe di Spuntone sulla quale gli stessi tecnici dichiarvano necessari interventi, che fosse recuperata per il Borgo l’area espropriata di via Fontana Vecchia. Al tempo stesso chiedemmo con forza delucidazioni sul perchè si stessero verificando tutte queste problematiche ravvicinate a fronte delle precedenti rassicurazioni. La gravità della situazione aveva portato infatti alla richiesta di sgombero ed evacuazione di alcune abitazioni. Anas e Contrante generale chiesero 10 giorni di tempo per fare ulteriori analisi, giacchè “le curve di subsidenza non corrispondono al modello geotecnico”, in altre parole ciò che avveniva non era stato preventivato in progetto. In quella riunione, il Sindaco si dichiarava pronto a bloccare i lavori nel caso in cui non fossero stati presi provvedimenti a tutela della salute degli abitanti e della sicurezza del Borgo. Chiusa la riunione, iniziava il periodo di analisi da parte di Anas e Contraente Generale.

Nota stampa incontro 16 marzo

LA QUESTIONE SICUREZZA. L’ultima fase che stiamo attualmente vivendo è stata senza dubbio quella più delicata: il Comitato è arrivato a questo appuntamento con una proposta progettuale che garantisca la sicurezza della cittadinanza, intervenendo su costone di Spuntone, area espropriata e via Murat. In questa fase il nostro è un rapporto di completa sinergia con l’Amministrazione Comunale, la quale sta sostenendo le nostre proposte e spesso ampliandole. Il Comitato ha messo in atto tutte le soluzioni possibili a garanzia del Borgo, divenendo guardiano vigile dell’incolumità della cittadinanza in questa delicata fase. Il Sindaco LaValle, con atti concreti, ha garantito la cittadinanza con un’azione corale insieme a questo Comitato. Il risultato di questi mesi di duro lavoro è il verbale firmato dalle parti il 5 aprile 2011: in seguito allo sgombero di otto edifici e di numerose famiglie, il verbale fu approvato recependo le proposte del Sindaco e del Comitato. Presso la Sala Consiliare del Comune di Villa San Giovanni, ci fu una delle più importanti e decisive riunioni tra le parti interessate dai lavori della galleria. Risultavano presenti: Amministrazione Comunale, A.N.A.S., A.N.A.S. Alta Sorveglianza, Contraente Generale, Direzione Lavori ed, ovviamente, Comitato Borgo di Piale. In tale seduta, convocata dal Sindaco a seguito della richiesta avanzatagli dal C.G. di ottenimento dell’emissione di ordinanze di sgombero immediato di alcune abitazioni che andavano ad essere sotto-attraversate dalla galleria, nella drammaticità dell’o.d.g., pur non avendo il Comitato alcun potere decisionale sui provvedimenti di esclusiva competenza del Sig. Sindaco, siamo riusciti ad ottenere i seguenti risultati:

  1. Il C.G., oltre ai giusti indennizzi previsti ex lege, si sarebbe fatto carico di pagare tutte le spese di trasloco e di affitto dei soggetti sgomberati, dalla data dello sgombero e sino a quando gli stessi non avrebbero potuto fare rientro presso le proprie abitazioni;
  2. Il C.G. si sarebbe fatto carico della vigilanza “h24” delle abitazioni sgomberate ed, inoltre, si sarebbe fatto carico di predisporre un servizio di tutela ed assistenza psicologica dei cittadini del Borgo;
  3. Su input del Sindaco e del Comitato, veniva creato un Pool di professionisti che avrebbe svolto attività di verifica sugli edifici e di progettazione di tutto ciò che era stato o che, successivamente, sarebbe stato danneggiato dai lavori di scavo;
  4. Veniva chiesto di studiare una viabilità alternativa alla Via Provinciale che servisse da bypass alla stessa nel caso di cedimenti e/o impraticabilità della predetta durante i lavori di scavo;
  5. Il tutto, ovviamente, facendo salvi i diritti spettanti ad ogni singolo cittadino e previsto dalle leggi vigenti in materia.

Verbale di accordo del 5 aprile 2011

Raggiunto l’accordo, ci siamo comunque fatti carico di richiedere che il pool cominciasse subito il suo lavoro di indagine e che fossero rese operative tutte le misure a tutela del Borgo e della sua popolazione, con le richieste scritte evidenziate di seguito.

Richiesta incontro aprile 2011

Richiesta incontro maggio 2011

Numerose dal mese di aprile in poi sono state le fasi di criticità successive a quel verbale del 4 aprile e alla Assemblea cittadina del 10 aprile convocata per segnalare ai cittadini le misure prese dall’Amministrazione, su richiesta del Comitato. In particolare si è assistito al crollo di ingenti parti della comunale via Fontana Vecchia e di alcuni degli edifici faccia strada. Nei mesi primaverili ed estivi la situazione è peggiorata al punto da rendere inaccessibile e persa la zona della Fontana Vecchia; e al punto da richiedere interventi strutturali, come quelli che verrano descritti più avanti.

Tra i tanti e successivi incontri, inoltre, vogliamo citare quello avvenuto in data 04 agosto 2011 presso il cantiere base dell’A.N.A.S. e del C.G. sito in Santa Trada di Villa San Giovanni; incontro fortemente richiesto e voluto dal Comitato e necessario per ottenere lumi in merito alle attività di scavo della Galleria durante il periodo dei festeggiamenti dei Santi Patroni del Borgo. Pochi sanno, infatti, che sino a quella data la festa era a rischio di realizzazione, stante che gli scavi della “canna sud” della galleria in quel preciso lasso temporale si stavano realizzando proprio sotto la Via Spuntone – luogo ove appunto si sarebbero andati a svolgere, spalmate per tutta la settimana dei festeggiamenti, le diverse manifestazioni laiche – ed esattamente all’altezza del civico n. 5. Tale circostanza, come più volte era stato rappresentato al Comitato avrebbe certamente impedito, per gli ovvi motivi legati alla sicurezza e tutela della pubblica incolumità della collettività, il rilascio da parte delle Autorità preposte del nulla osta (c.d. ordinanza) per l’ottenimento degli spazi pubblici.

In questa fase il Comitato ha preteso che fossero garantite le attività estive della festa patronale: questa pretesa era tanto più giustificata, quasi essenziale, nel momento infatti in cui i lavori di scavo non possono essere considerati solamente come variabili tecniche poichè vanno a colpire la vita di numerose persone, un Borgo antico appena riqualificato, ma soprattutto lo spirito di un quartiere che, come si evince dalle numerose pagine e dalla storia di questo sito, è sempre stato una comunità forte, unita e civile. Una comunità che ha una storia importante, storia che non può essere cancellata dallo scavo di una Galleria, per quanto importante essa possa essere. Per questo abbiamo considerato come necessario consentire con ogni mezzo la realizzazione delle festività, perchè i lavori potranno anche demolire le case, ma non devono mai demolire la comunità e il Borgo. Questa è la nostra missione, di tutela e salvaguardia, di sicurezza per la cittadinanza. Questo straordinario risultato è stato reso possibile, in quella riunione, dall’attività dei rappresentanti del Comitato nel tavolo tecnico, Arch. Salvatore Ciccone e Avv. Francesco Idone, ai quali va tutto il nostro sostegno, oltre che la stima e il plauso.

Passata l’emergenza estiva le riunioni di tavolo tecnico sono proseguite e nell’ultimo periodo, decisiva è risultata ancora una volta l’attività del Comitato, unitamente al Sindaco: i continui “campanelli di allarme” lanciati dal Comitato hanno spinto il Contraente Generale, con l’avallo dell’A.N.A.S., ad iniziare una “pesante” attività integrativa di monitoraggio e di indagine, sia sui terreni che sulle strutture dei fabbricati interessati dai lavori. Inizialmente è stata effettuata una indagine geo-elettrica dei suoli, atta al fine di verificare l’eventuale presenza di falde acquifere e/o di vuoti all’interno degli stessi. Tale attività preliminare è proseguita con una massiccia campagna di indagini geologiche e geo-tecniche effettuata in diversi punti strategici del Borgo, necessaria ad indagare al meglio la diversa natura del terreno su cui si sarebbe andati a scavare con l’avanzamento dei lavori. Il tutto è stato accompagnato da uno studio delle strutture degli edifici sotto-attraversati dalla galleria. A settembre si sono concluse le attività di indagine e si è iniziato a discutere, su nosra richiesta, della messa in sicurezza della zona c.d. di Via Fontana Vecchia. In tale zona era presente un edificio e dei terreni già oggetto di esproprio ed, inoltre, dei manufatti che i lavori di scavo avevano gravemente danneggiati e resi pericolanti. Tale ultima circostanza ha portato alla drastica decisione della “demolizione” preventiva (onde evitarne il crollo) dei predetti manufatti, anche al fine di mettere in sicurezza la Via Provinciale (la quale inizia a presentare delle criticità) che sugli stessi si poggia.

Da ultimo, in data 25 ottobre 2011 si è riunito nuovamente il tavolo tecnico. Ancora una volta, tutti presenti gli attori protagonisti. Tale incontro fu deciso al fine di rendere edotte le parti in causa del piano di demolizione previsto, nonché della realizzata progettazione delle opere di contenimento e messa in sicurezza della Via Gioacchino Murat, necessarie al fine di evitare l’impraticabilità della stessa viabilità. Presenti alla riunione i nostri rappresentanti, abbiamo segnalato ancora una volta come prioritario il problema sicurezza e in tale sede il Comitato è riuscito a strappare degli impegni alle Società affidatarie dell’Opera, tra i quali quello importantissimo di limitare al minimo l’impatto ambientale sulla popolazione durante le attività didemolizione; inoltre che venga effettuata la livellazione dell’area espropriata in modo che la stessa possa servire come base logistica per la successiva cantierizzazione della messa in sicurezza del costone. Durante le fasi di confronto, sono continuate inoltre le attività del pool nominato con verbale del 05 aprile 2011 il quale ha già depositato presso il Committente il progetto preliminare della Via Acqua Vecchia (bypass alla Via Provinciale G. Murat), che rimane in attesa di approvazione, e si accinge a depositare la progettazione preliminare della messa in sicurezza del costone e della pista di cantiere necessaria per la realizzazione dello stesso, entro e non oltre la fine dell’anno corrente. Sono inoltre iniziate le attività di valutazione e verifica della staticità delle prime abitazioni danneggiate, dalle quali risulterebbero stabilizzati i primi metri monitorati.

Come risulta chiaramente dalla descrizione dettagliata delle nostre attività il Comitato è sempre vigile su qualsiasi episodio possa essere riconducibile agli scavi della Galleria Naturale Piale; pur in un momento difficile per il quartiere, stiamo, in sinergia con l’Amministrazione Comunale, garantendo alla popolazione un baluardo contro azioni unilaterali e invasive da parte degli enti interessati ai lavori di scavo. Inoltre, abbiamo rilanciato, nella nostra funzione di parte in causa al tavolo tecnico, la nostra proposta progettuale, che garantirebbe l’integrale messa in sicurezza del Borgo, proposta portata avanti in tutte le sedi possibili. Che prevede la messa in sicurezza del costone di via Spuntone, la bonifica e riqualficazione dell’area di Fontana Vecchia e l’estendimento della comunale via Acqua Vecchia per garantire la sicurezza dell’abitato, alla luce del fatto che consentirebbe il by-pass della provinciale Murat, la quale è l’arteria principale non solo del Borgo, ma di importanti zone limitrofe.

Questo è il nostro metodo, proposte progettuali, fatti a tutela del Borgo e massima serietà nella nostra azione, senza scadere nella protesta ideologica, ma garantendo la serietà delle proposte e dei fatti.

____________________________________________________________________________________