Se il buongiorno si vede dal mattino

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I lavori di scavo sono ricominciati da una settimana e se il buongiorno si vede dal mattino, sappiamo già da ora ci sarà da continuare a batterci per vedere alla fine di questo lungo percorso garantiti i nostri diritti di cittadini e abitanti di un territorio. Dopo due mesi di stop allo scavo, Anas e Contraente Generale hanno ripreso nella mattinata di sabato 6 aprile senza indugio i lavori di completamento della canna sud della galleria Piale. Nel rispetto dell’autorità pubblica, alla quale unicamente spettano le decisioni in merito, intendiamo ribadire la totale mancanza di fiducia nei confronti dell’operato di Anas e CG nelle attività di scavo della galleria Piale. Troppi sono infatti i dubbi circa gli atti e i fatti posti in essere da Anas e CGDel resto, abbiamo ribadito in questi giorni come la fase della proposta di qualità sia per noi finita con la firma del Protocollo Operativo; e i nostri rappresentanti hanno esaurito le attività con la redazione e firma del Protocollo stesso. Da adesso in poi comincerà un forte controllo sulla corretta applicazione dello stesso: richiediamo infatti l’integrale rispetto del documento firmato dalle parti il 21 marzo scorso.

La nuova fase in cui siamo entrati non può in alcun modo prevedere ritardi o lassismi strategici da parte di Anas e CG nel rispetto degli impegni assunti, che non prevedono alcuna opera compensativa, ma riguardano solo ed esclusivamente il ripristino dello scempio enorme causato dai lavori di scavo della galleria naturale Piale. Per questo motivo stiamo già segnalando all’Amministrazione Comunale le incongruenze nel corso dei lavori e delle generali attività. In questa ottica, abbiamo provveduto a protocollare in data 9 aprile 2013 una richiesta di accesso agli atti al Sindaco del Comune di Villa San Giovanni, al fine di avere copia conforme della documentazione fornita da Anas e CG per richiedere la ripresa dei lavori, poi concessa.

RICHIESTA DI ACCESSO AGLI ATTI – 9 aprile 2013

Il Comitato Borgo di Piale, come dichiarato nel corso della firma del protocollo, ha richiesto che la ripresa dei lavori e la fine della galleria fossero declinate nell’ottica della “sicurezza” e non della “velocità” dell’opera. Purtroppo notiamo che in questi giorni, nonostante gli accadimenti di questi anni, si continuino ad utilizzare tecniche di scavo rivelatesi dannose, privilegiando il risparmio dei costi e la velocità a discapito della sicurezza dei luoghi.


 

Come detto, rimangono forti dubbi circa l’operato di Anas e Contraente Generale. Intendiamo segnalare, nel rispetto delle funzioni delle parti, le gravi incongruenze  che emergono già dalle prime fasi dei lavori e in generale segnalare quei punti del protocollo che devono ancora essere sostanziati. A questo proposito, nella giornata di ieri 12 aprile 2013, abbiamo presentato un ulteriore documento di segnalazione ed attenzione, al fine di avere informazioni ufficiali riguardo allo stato dei lavori e delle generali attività. Le tematiche del documento sono state trattate inoltre nel corso di una conferenza stampa convocata dal Comitato il giorno 11 aprile.

Segnalazione sulla disapplicazione del protocollo – 12 aprile 2013

Riguardo all’operatività dei lavori di scavo: in primo luogo segnaliamo come, nonostante il Comune avesse richiesto di sospendere i lavori di scavo nelle ore notturne, anche di notte continuano le operazioni di scavo. In secondo luogo, nonostante fosse stata presentata dal CG come una soluzione di sicurezza per gli abitanti, sembrerebbe che la fresa puntuale da utilizzare per lo scavo sia stata già rimpiazzata dal precedente metodo di scavo col martellone che tanti danni ha causato agli edifici e alle strutture superficiali. Infine, è aumentata in maniera esponenziale l’emissione delle polveri a ridosso dell’abitato, senza che vi sia notizia di misure prese per limitarne la portata.

Per quanto riguarda la fase preliminare alla ripresa dei lavori, facciamo notare che Anas e CG abbiano di fatto scartato la realizzazione di interventi di consolidamento preventivi lungo il tracciato ancora da sotto attraversare, come dichiarato più volte, preferendo invece ripartire frettolosamente e gestire con gli sgomberi eventuali problemi alle private abitazioni. Inoltre, per quanto concerne il punto 5 del protocollo, non si ha evidenza degli interventi e delle verifiche realizzate prima della ripresa dei lavori a garanzia della pubblica e privata incolumità. Non si ha contezza se i dati delle indagini e dei monitoraggi suggeriti dal Comitato in fase di redazione del protocollo siano stati effettivamente studiati e incrociati per ottenere la migliore soluzione sotto il profilo della sicurezza.

Emergono poi dubbi riguardo agli impegni assunti nel protocollo riguardo alle opere di messa in sicurezza del quartiere: Anas e CG avevano sottoscritto l’impegno al completamento della via Acqua Vecchia entro il 31 marzo, limite abbondantemente scaduto senza che sia stata realizzata la corsia stradale che avrebbe garantito il bypass della via Murat in vista della ripresa; ma la ripresa dei lavori di scavo è cominciata proprio dalla canna sud carreggiata sud senza completamento della via Acqua Vecchia. Inoltre, nonostante l’impegno assunto da Anas, non si hanno notizie circa l’approvazione della Perizia di Variante per la messa in sicurezza del costone e per la via Tintorello, senza la quale perizia nessuna attività di cantierizzazione può essere posta in essere. Poi non si ravvedono opere e provvedimenti per la via Tintorello, colpita dall’ultimo fornello, se non l’inibizione al traffico. Infine, non si ha notizia alcuna circa l’attività di censimento indagine e ripristino – sottoservizi inclusi –  delle vie comunali e provinciali danneggiate dai lavori di scavo, la maggior parte delle quali vie potrebbero invece già essere oggetto di ripristino, in quanto stabilizzate.

Per quanto riguarda infine le operazioni di controllo e ripristino: segnaliamo come non sia stato ancora reso disponibile il piano preventivato dei controlli da effettuare per almeno tre anni dopo la fine dei lavori di scavo, le tempistiche e le coperture finanziarie. Inoltre, a 21 giorni dalla firma del protocollo, non abbiamo notizia circa la struttura e le attività dello studio professionale e del pool tecnico, considerato che nel protocollo è cristallizzato che entro 45 giorni dovranno essere prodotte, ai proprietari delle abitazioni stabilizzate, le risultanze tecniche circa le necessità di ripristino/risarcimento/consolidamento degli edifici già dichiarati stabilizzati.

Il giorno stesso della presentazione della segnalazione, con sospetto tempismo, il CG ha provveduto a recintare e cominciare la cantierizzazione della zona della via Fontana Vecchia. I prossimi giorni diranno se si tratta solo di un banale tentativo di gettare fumo negli occhi; del resto già nel corso della conferenza stampa convocata l’11 aprile scorso abbiamo denunciato con forza come sia inconcepibile non avere iniziato alcuna attività nelle zone e negli edifici del quartiere che già risultano stabilizzati. Nessuna attività, nè a tutela del patrimonio comunale pubblico nè per il ripristino delle abitazioni già stabilizzate, nonostante molte faamiglie siano ancora lontane da casa.

E, fatto altrettanto importante, il giorno della presentazione della segnalazione sopra riportata, il Comune di Villa San Giovanni ha consegnato copia conforme degli atti ricevuti in occasione della revoca dell’ordinanza. Un elemento in più, in attesa di ricevere risposta ai quesiti posti il 12 aprile.

I cittadini di Piale, così come quelli villesi, sono vittime dei difetti strutturali della legge Obiettivo, che voleva modernizzare l’Italia agevolando i cittadini, ma ha finito – perché frutto di una costruzione prima di tutto ideologica – per martoriare i territori, facendosi carnefice dei cittadini stessi. Nessuno ha voluto le opere che oggi stanno deturpando i nostri territori. Ed emerge oggi in tutta la sua evidenza la finzione che le gallerie di Piale servissero per l’adeguamento della A3, quanto piuttosto a fare spazio alle strutture di servizio del Ponte. Il tutto aggravato dal fatto che su tutto il tracciato della Sa-Rc, solamente a Piale l’ammodernamento è passato sotto un centro abitato così antico, come dimostrano le vicende storiche avvenute, e pertanto così fragile. Sarebbe forse servita più lungimiranza in sede di decisione al tempo in cui fu progettato l’intervento, nell’approccio al tracciato e alle tecniche di scavo utilizzate. 

Il Comitato

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